Giocattoli

Quando lasciai l’Argentina dovetti abbandonare i miei giocattoli laggiù: lo spazio nelle valigie era poco e le cose da portare molte. Tre di quei giocattoli li conservo ancora nei miei pensieri.

Giocattoli

Il Topolino di plastica è il giocattolo più vecchio di cui ho memoria, me lo regalò mia madre, un giorno in cui ritornavamo dalla scuola, a Córdoba. Ne aveva due: uno in una mano e uno nell’altra, uno per me e l’altro per mio fratello. In Argentina i soldi scarseggiavano e anche un solo Topolino di plastica, più piccolo della mano di un bambino, rappresentava una spesa da ponderare, forse per questo ora che sono adulto penso a quel topolino con tanto affetto.

Giocattoli

Robocop fu uno dei film chiave della mia infanzia e il suo pupazzo era uno dei miei preferiti. Negli ultimi mesi in cui vissi in Argentina stavo da mia nonna, nel suo rancho a Balcarce e giocavo spesso presso un canale artificiale che di tanto in tanto portava acqua nei campi (la zona è parecchio arida). Un giorno il casco di Robocop cadde nell’acqua e non riemerse. Robocop non fu più lo stesso.

Giocattoli

La Pantera Rosa è forse il giocattolo che mi manca di più, era un pupazzo piccolo, di plastica morbida. Ci ero affezionato tantissimo e prima di lasciare l’Argentina lo tenevo sempre con me.
Lo persi pochi giorni prima di prendere l’aereo. Cercai ovunque, inutilmente. Mi sentivo terribilmente triste e in colpa: non volevo abbandonarlo lì, tutto solo dall’altra parte del mondo. Ancora adesso mi sento così.

In Italia trovai tanti altri giocattoli, ma nessuno meraviglioso come quei tre.

Momenti di vita reale #11 / La vecchia

La lunga attesa

Alla festa paesana c’era questa vecchietta, nel tavolo accanto al nostro, da sola, in silenzio, con l’aria di chi si chiede: “Ma dov’è la mia casa?“. Dopo 30 minuti era ancora lì, in compagnia di un bicchiere di vino rosso e qualche lattina di coca: era stata lasciata lì dal figlio e dalla nuora a tenere occupato il tavolo, in modo che gli altri paesani (quegli avvoltoi!) non rubassero loro il posto mentre erano in giro ad ammirare le meraviglie della sagra. Dopo un’eternità, trascorsa a guardare tristemente i passanti e a bere furtivamente dal bicchiere di vino, il figlio e la consorte sono tornati con tre pizze (tra cui una capricciosa). Sono abbastanza sicuro che la signora fosse appena 40enne quando si è seduta al tavolo.

Momenti di vita reale #10 / Il disastro

Il tubo rotto

Sarebbe stato un pranzo perfetto. Sarebbe! Ma un tubo ha deciso di non collaborare. Per fortuna nel tragitto casa-ferramenta la mia ragazza mi ha portato in una rosticceria siciliana e ci siamo mangiati un panino con panelle, almeno qualcosa di buono ne è uscito (volevo scrivere che guardo sempre il bicchiere mezzo pieno ma non mi sembrava il caso).

Momenti di vita reale #8 / La regina

La signora brontolona

Alla serata in ricordo di Piermario Ciani c’era anche Peppe Voltarelli che tra una canzone e l’altra faceva anche un po’ di spettacolo, con la sua verve tipicamente calabrese.
Nella fila davanti alla mia c’era una signora sulla 50ina, vagamente elegante, dai capelli neri. Non so se avesse avuto una pessima giornata nella sua sala da tè o se la sua cameriera avesse dimenticato di lucidare i pomelli d’avorio fattosta che per gran parte della serata ha commentato le battute di Peppe con scuotimenti di testa e commenti appena sussurrati. Persino le sue poche e ruvide risatine avevano un retrogusto di disappunto.

Amo questi personaggi!

Considerazioni #2 | Il male minore

Mi capita spesso di sentire che votare il male minore sia un errore, tanto quanto scegliere il male peggiore. Non sono del tutto d’accordo, sono piuttosto dell’idea che sia meglio restare sull’orlo del cesso che finirci dentro, almeno si può tirare lo sciaquone senza finire nelle fogne.

Wc

Momenti di vita reale #7 / Yogurt

Yogurt

L’ora dello yogurt è uno dei momenti più sacri della giornata. C’è solo una cosa capace di rovinarlo: la carta stagnola che si rompe mentre si apre il vasetto. Tragedia!
E già che ci sono: da settimane sto lavorando ad un nuovo progetto per una graphic novel, da presentare poi agli editori. Finalmente, dopo giorni e giorni, forse ho trovato la faccia del protagonista, senza quella non potevo proprio iniziare.

Bozzetti

Momenti di vita reale #5 / Lo struzzo

Questa notte ho sognato che mi portavo a casa uno struzzo. Si comportava proprio come un cane, quando lo portavo in giro lo tenevo persino al guinzaglio. Ogni tanto si appollaiava in giro per la casa in attesa dell’ora del pranzo.
Non ricordo il suo nome, ma gli volevo bene, specie quando mi guardava con quei suoi occhi da tontolone… Bon, ora mi metto a lavorare.

Lo struzzo al guinzaglio