Ero a Mantova, l’altro giorno, al festival della letteratura, ecco com’è andata!
Ho parlato del mio difficile rapporto con il caldo anche qui.
Ero a Mantova, l’altro giorno, al festival della letteratura, ecco com’è andata!
Ho parlato del mio difficile rapporto con il caldo anche qui.
Alla festa paesana c’era questa vecchietta, nel tavolo accanto al nostro, da sola, in silenzio, con l’aria di chi si chiede: “Ma dov’è la mia casa?“. Dopo 30 minuti era ancora lì, in compagnia di un bicchiere di vino rosso e qualche lattina di coca: era stata lasciata lì dal figlio e dalla nuora a tenere occupato il tavolo, in modo che gli altri paesani (quegli avvoltoi!) non rubassero loro il posto mentre erano in giro ad ammirare le meraviglie della sagra. Dopo un’eternità, trascorsa a guardare tristemente i passanti e a bere furtivamente dal bicchiere di vino, il figlio e la consorte sono tornati con tre pizze (tra cui una capricciosa). Sono abbastanza sicuro che la signora fosse appena 40enne quando si è seduta al tavolo.
Sarebbe stato un pranzo perfetto. Sarebbe! Ma un tubo ha deciso di non collaborare. Per fortuna nel tragitto casa-ferramenta la mia ragazza mi ha portato in una rosticceria siciliana e ci siamo mangiati un panino con panelle, almeno qualcosa di buono ne è uscito (volevo scrivere che guardo sempre il bicchiere mezzo pieno ma non mi sembrava il caso).
Alla serata in ricordo di Piermario Ciani c’era anche Peppe Voltarelli che tra una canzone e l’altra faceva anche un po’ di spettacolo, con la sua verve tipicamente calabrese.
Nella fila davanti alla mia c’era una signora sulla 50ina, vagamente elegante, dai capelli neri. Non so se avesse avuto una pessima giornata nella sua sala da tè o se la sua cameriera avesse dimenticato di lucidare i pomelli d’avorio fattosta che per gran parte della serata ha commentato le battute di Peppe con scuotimenti di testa e commenti appena sussurrati. Persino le sue poche e ruvide risatine avevano un retrogusto di disappunto.
Amo questi personaggi!
L’ora dello yogurt è uno dei momenti più sacri della giornata. C’è solo una cosa capace di rovinarlo: la carta stagnola che si rompe mentre si apre il vasetto. Tragedia!
E già che ci sono: da settimane sto lavorando ad un nuovo progetto per una graphic novel, da presentare poi agli editori. Finalmente, dopo giorni e giorni, forse ho trovato la faccia del protagonista, senza quella non potevo proprio iniziare.
Talvolta avvengono eventi inspiegabili.
Questa notte ho sognato che mi portavo a casa uno struzzo. Si comportava proprio come un cane, quando lo portavo in giro lo tenevo persino al guinzaglio. Ogni tanto si appollaiava in giro per la casa in attesa dell’ora del pranzo.
Non ricordo il suo nome, ma gli volevo bene, specie quando mi guardava con quei suoi occhi da tontolone… Bon, ora mi metto a lavorare.
Tappa dal dottore, oggi. Nella sala d’attesa, oltre ad un vecchietto sulla destra, una vecchietta sulla sinistra ed un vecchietto davanti c’era anche una suora bianco vestita, bassa, tanto bassa da non poter toccare il pavimento con i piedi. Arrivò il suo turno, fece un saltino per tornare sulla terra e, dondolando come un pinguino, entrò nello studio.
Edit: il viso della suora precedente non rispecchiava per niente il ricordo che ho di lei, quindi l’ho modificata, per vedere quella precedente.