Lo dico sempre: prima del libro stampato, prima dei colori, prima delle matite, prima dello storyboard, prima ancora del finale (senza il quale non può esistere uno storyboard), prima di ogni cosa, persino di parlarne con Michele Foschini e Caterina Marietti (le due teste di Bao Publishing) c’è sempre la colonna sonora. È la primissima cosa dio cui mi occupo quando cerco i personaggi, il mood, le ambientazioni, le scene… un po’ tutto. E finche non trovo quella, non inizia il processo creativo. Sono cose che di cui avevo parlato anche nel caso di Mercedes, qui, possono passare settimane, o mesi, alla ricerca della musica giusta.
Nel caso di Le buone maniere uno dei tenti livelli di lettura è il continuo, martellante, desiderio dei protagonisti di sentirsi approvati e allo stesso tempo di sentirsi fuori posto, sbagliati, inadeguati alla società che li ha plasmati. È per questo che sono partito da Creep, lo storico brano Radiohead.
in realtà, però, non sono partito dalla versione originale, ma da una cover (non storcete il naso, non ancora), dicevo, sono partito da una cover, per l’esattezza quella di Monica Naranjo, una versione orchestrale e cantata, che, per chi ha già letto la storia, ricorderà molto l’andamento di Le buone maniere: una partenza lenta, quasi fiabesca, per poi iniziare a salire, in crescendo, fino ad un’esplosione acustica e la cantante che urla (vi ricorda qualcosa? 😉).
Questa, e tutte le altre versioni di Creep che ho usato per ispirarmi alle scene le ho raccolte nella playlist Le buone maniere: Original Comic Book Soundtrack, Creep Edition (P.s. le varie versioni di Creep erano segnate nelle note a piè di pagina del soggetto che ho poi consegnato in redazione. Sì, il soggetto aveva persino delle note a piè pagina 😅).
Ma veniamo a noi: le musiche che mi hanno ispirato scene ben precise. Ho preparato la playlist ufficiale, Le buone maniere: Original Comic Book Soundtrack. La playlist si trova facilmente su Spotify, qui.
NOTA IMPORTANTE: quando cerco (e trovo) le musiche per un mio racconto scindo totalmente il film “sorgente”, non mi faccio contaminare dalle scene per cui sono state composte, ma diventano scene del tutto nuove, da cui poi io estrapolo i “fotogrammi” più importanti che a loro volta diventano vignette nei miei fumetti. Di fatto è come se creassi prima un film in testa, e ne estrapolassi le parti più importanti sotto forma di fumetto.
NOTA IMPORTANTE 2: sarà una lettura, quella di questo post, lunga e un po’ triste. Me ne rendo conto, metto le mani avanti, non si sa mai. Il libro, invece, coniuga anche la parte ironica, sarcastica e cinica della vita. Ha svariati livelli di lettura.
Se non lo avete ancora letto lo trovate in tutte le librerie, fumetterie e store online, tipo qui o qui. Se prima volete leggere qualche recensione, vi consiglio di dare un’occhiata a quelle lasciate su goodreads, qui.
⚠️ ATTENZIONE: da qui in poi sarà uno spoiler continuo! ⚠️
Good Riddance / The Canal (Carter Burwell) e Somebody To Love (Jefferson Airplane)
Una nave si avvicina, tanto velocemente quanto silenziosamente, squarciando la quiete delle tenebre notturne, verso le mura di una città in procinto di addormentarsi. Poco prima dell’impatto, e qui cambia il brano, compare il titolo (Somebody to love). Di quello che succede tra la nave e il muro con il filo spinato non sappiamo più niente. Non ora, non per molti anni.
Pagine 3-7.
Creep (Rozzi ed.)
La festa di pensionamento di Sofia. La pensione, la solitudine, la sua inedita e pervadente sensazione di inutilità è accompagnata da questa versione di Creep.
Pagine 8-14.
Come scrivevo all’inizio del post, per tutte le versioni di Creep che mi hanno ispirato in senso più ampio intere porzioni della storia, ho preparato la versione Creep Edition della playlist.
Guiltily Escaping the Rusk (Rolfe kent)
Composta per il film About Schmidt, è un brano che descrive perfettamente la vita da ufficio, le persone che vanno e vengono, la convivenza forzata tra colleghi, le incomprensioni, la burocrazia. Un microcosmo assurdo e grottesco. Specialmente sapendo qual è il compito degli impiegati, lì dentro.
1.2_3-therealshayla.wav (Mac Quayle)
Molte delle musiche che Mac Quayle ha composto per la serie Mr Robot mi hanno aiutato a sprofondare nella solitudine, «Quella vera», come dice Teo (e come se ne avessi davvero bisogno, essendo di mio un tristone solitario). Una delle tanti particolarità della colonna sonora di Mr Robot è che, essendo una serie che ruota intorno all’hackeraggio, ogni brano si intitola come un un file.
Pagine 50-51.
Memories of Childhood (Alexandre Desplat)
Alexandre Desplat è sicuramente uno dei migliori compositori di colonne sonore vivente. Questo brano in particolare, composto per Il discorso del Re, accompagna i ricordi adolescenziali di Teo e molti altri momenti del suo passato.
Pagine 53-54, ma anche 74-75, ad esempio.
Albert Goes To Hubert’s House
Il film Albert Nobbs è un piccolo gioiello, se non lo avete ancora visto vi consiglio di recuperarlo. Questo brano in particolare, composto da Brian Byrne sembra composto apposta per la goffa invadenza e la fragile agilità di zia Nora.
Pagine 55-56.
Arthur & Henry
I ricordi e la solitudine di Teo (come quella degli altri personaggi, altrettanto protagonisti) sono un tema ricorrente per tutta la durata della storia. James Newton Howard ha composto un leitmotiv tanto delicato quanto malinconico per il film Michael Clayton che non potevo non usarlo per certe scene.
2.0_6_madame3execution.oga (Mac Quayle)
Un altro brano di Mac Quayle, composto per Mr Robot, il cui titolo è il nome di un file. È esattamente il brano che mi serviva per il dialogo tra Sandro e Teo sulla libertà, la paura e il futuro, alla fine del primo atto.
Pagine 99-104.
Philip (Martin Phipps)
Qualunque sia la vostra posizione sulla corona inglese, non si può negare che The Crown sia una serie scritta davvero bene, con un’ottima regia e (chilavrebbemaidetto!) musiche davvero belle. Il motivo scritto da Phipps che accompagna molte scene di dubbio e solitudine della famiglia reale rettiliana era perfetta per gli interrogativi di Teo.
Pagine 120-122.
308 Negra Arroyo Lane (Dave Porter)
Questo brano lo avevo usato anche per Mercedes, Composto da Dave Porter per Breaking Bad, è perfetto per accompagnare la desolazione che alberga nei pensieri di Teo, quando è troppo tardi per dormire, anche per gli insonni.
Pagine 123-124.
Panin (Rupert Gregson-Williams)
Composto per la miniserie Catherine The Great, il brano Panin nel mio cervello ha cambiato nome, si chiama La busta rossa.
Pagine 132-136.
Young Penny (Hildur Guðnadóttir)
Hildur Guðnadóttir è una delle compositrici più interessanti del nuovo panorama musicale nel mondo delle colonne sonore. Il deprimente, cupo, angosciante brano Young Penny, composto per il film Joker, è perfetto per accompagnare i sensi di colpa dei vari protagonisti, in particolare quello di Gloria.
Pagine 138-139.
Chaos is a Ladder (Ramin Djawadi)
Le musiche che Djawadi ha composto per la serie Game of Thrones sono epocali. Mai, prima, una serie aveva avuto un accompagnamento musicale così curato e articolato da poter essere accostato a quelli dei grandi colossal cinematografici. Questo brano in particolare è perfetto per accompagnare un dialogo sul potere e su come acquisirne sempre di più. Forse la cosa che più bramano Tonia e Gianluigi. Il crescendo finale accompagna perfettamente l’incendio a pagina 153.
Pagine 150-153.
Olive Kitterige (Carter Burwell)
Olive Kitterige, una bellissima (e tristissima) miniserie, poco conosciuta purtroppo. La sigla, composta da Burwell accompagna perfettamente la scena in cui Teo e Sandro vanno a trovare zia Nora.
Pagine 155-157.
Rock And Roll Part II (Gary Glitter)
La scacchiera è pronta. Un nuovo giorno inizia, i personaggi si svegliano, si preparano e la partita finale comincia.
Pagine 184-185.
Grande Sonate pour piano «Les Quatre Âges de la vie», 20 ans. Très vite (Charles-Valentin Alkan)
L’Ira della ventenne Idia, racchiusa tra le note di un pianoforte.
Pagine 196-198.
Norah’s Choice (Marco Beltrami)
Il crescendo di questo brano, composto per il film Underwater (meh), è il perfetto accompagnamento per l’inesorabile precipitare degli eventi, che portano alla chiusura di molte parentesi narrative aperte molto, molto prima. Come un’onda sinusoidale che, da innocua e quasi impercettibile cresce all’improvviso fino a schizzare, come impazzita, in preda al caos.
Pagine 199-207.
Checkmate (West Dylan Thordson)
I conti in sospeso con il passato forse non saranno mai saldati. La gabbia dalla quale Teo ha sempre provato a scappare diventa il suo rifugio. Il viaggio a ritroso nei suoi ricordi (iniziato già a pagina 13). Il tempo, qui, è il vero protagonista.
Pagine 208-209.
Rejoice (West Dylan Thordson)
Teo ritrova il punto esatto in cui rifugiarsi. Il punto in cui la gabbia è impenetrabile. Il momento in cui può prendersi cura di se stesso, mentre fuori la città va a fuoco.
Pagine 210-214.
Atonement (Dario Marinelli)
Nella mia mente il brano si chiama molto semplicemente La lettera di zia Nora. Il brano, composto da Marinelli per l’omonimo film Atonement (è un bel film, ve lo consiglio, c’è Keira Knightley 💗) accompagna perfettamente il senso di malinconia e nostalgia che rimangono alla fine di un lungo viaggio nel quale hai sacrificato molto, conosciuto persone e vissuto tutto ciò che potevi vivere.
Pagine 216-220.
Bonus Tracks
Creep (Macy Gray)
Come dicevo da qualche parte nel post, penso ai miei fumetti come se fossero film. Se ci fossero i titoli di coda, sarebbero accompagnati da questa versione di Creep. Perfetta dopo tutta la malinconia spalmata tra le pagine.
Prisoners (Jóhann Jóhannsson)
Lo dico a tutte le presentazioni, i personaggi di Le Buone Maniere, così come quelli di residenza Arcadia e Mercedes (siamo onesti, come tutte le persone) sono intrappolate, ingabbiate. Le gabbie, qui più evidenti, sono il vero legame tra i tre libri (tre finora). Questo brano, composto per l’omonimo film Prisoners, sottolinea la pesantezza, la gravità, delle gabbie nelle quali siamo tutti intrappolati.
L’importante è ricordarsi che spesso c’è una crepa. O un telefono che squilla.
Le buone maniere è disponibile in tutte le librerie, fumetterie e negli store online, come ad esempio qui o qui.